Il diavolo sta nelle deroghe. Europee e italiane
Vino bio, sai come viene prodotto?
Anche l’Italia ha dato il via libera all’impiego di coadiuvanti non di origine biologica per produrre vino bio!
Il decreto ministeriale è recente.
Come si produce il vino bio?
Da qualche anno il vino biologico è disciplinato a livello comunitario e a livello nazionale.
Come si ottiene? Come si distingue dal più semplice vino ottenuto da uve coltivate con il metodo biologico?
Il vero vino biologico dev’essere prodotto:
- da uve coltivate con il metodo biologico
- anche impiegando coadiuvanti tecnologici ottenuti da produzioni biologiche.
Quanti sono i coadiuvanti tecnologici ammessi?
- 44 sostanze
- 24 in meno di quelle previste per i vini convenzionali.
Tra queste, devono provenire da agricoltura biologica, ove disponibili, le sostanze destinate alla chiarificazione dei vini:
– Gelatina alimentare
– Proteine vegetali ottenute da frumento o piselli
– Colla di pesce
– Ovoalbumina
– Tannini
– Gomma arabica.
L’anidride solforosa è consentita, ma entro limiti inferiori a quelli previsti per i vini convenzionali sia rossi che bianchi.
Ma si può derogare 
Il diavolo sta nelle deroghe. Il Decreto appena pubblicato dà ampia possibilità di derogare a questi vincoli. Come peraltro già previsto dalle norme comunitarie.
Quando si può derogare?:
- Se non sono reperibili prodotti e sostanze ottenuti con metodo biologico. Basta allora una semplice dichiarazione del produttore di aver interpellato, con esito negativo, due fornitori di prodotti biologici (non più tre). E si possono utilizzare le corrispondenti sostanze di origine non biologica
- in presenza di avversità climatiche e sviluppo di funghi e batteri durante la coltivazione. Quindi con uve biologiche deteriorate. L’anidride solforosa può allora essere utilizzata oltre le soglie fissate al livello Ue: 100 mg/L per i vini rossi e 150 mg/L per i vini bianchi e rosati.
Vino bio, meno garanzie per i consumatori
Deroghe tanto ampie vanificano gli scopi del regolamento europeo sul vino biologico. Quali?
- Garantire un’offerta chiara ai consumatori, sempre più interessati al biologico
- Diversificare in modo inconfondibile il vino biologico da quello convenzionale eliminando anche la possibilità, sin dal 2012, di etichettare il vino, solamente, come “da uva da agricoltura biologica”.